Un recente studio ha sollevato preoccupazioni sull’eventuale presenza di livelli tossici di metalli in alcuni assorbenti disponibili sul mercato. Sebbene i risultati evidenzino solo il potenziale di tossicità, senza dimostrare un aumento diretto delle tossine nelle persone che utilizzano questi prodotti, lo studio mette in luce l’importanza di una scelta consapevole.
Negli Stati Uniti, chi può permetterselo ha accesso a una vasta gamma di opzioni: assorbenti, tamponi, prodotti biologici o riutilizzabili. Tuttavia, per molte persone, queste scelte rimangono un privilegio inaccessibile.
La povertà mestruale negli Stati Uniti
Un numero sorprendentemente alto di persone che hanno le mestruazioni non può permettersi i prodotti necessari, affidandosi a soluzioni improvvisate come stracci, carta igienica o prodotti donati. Secondo uno studio del 2019 a St. Louis, il 64% delle donne a basso reddito ha dichiarato di non aver potuto acquistare prodotti per il ciclo almeno una volta nell’anno precedente, mentre il 21% ha affrontato questa difficoltà ogni mese.
La pandemia di COVID-19 ha aggravato la situazione. Nel 2021, il 38% delle persone intervistate ha riferito difficoltà nell’acquistare prodotti per il ciclo, rispetto al 30% del 2018. Anche tra le adolescenti, la percentuale di chi fatica ad accedere a questi beni è passata dal 20% nel 2019 al 23% nel 2021.
Preferenze e limitazioni nei prodotti per il ciclo
Le preferenze sui prodotti variano in base alla disponibilità economica. Molti adulti a basso reddito preferiscono assorbenti monouso notturni per ridurre il rischio di macchie, mentre tra gli studenti delle scuole superiori, i salvaslip e gli assorbenti monouso dominano le scelte. Tuttavia, la disponibilità di questi prodotti tramite donazioni spesso non soddisfa le esigenze personali degli utenti.
Disuguaglianze geografiche e razziali
La povertà mestruale non conosce confini geografici. Studi condotti nelle aree rurali e urbane degli Stati Uniti mostrano difficoltà simili tra le studentesse nell’accedere a prodotti per il ciclo. Tuttavia, le disparità sono ancora più marcate tra le comunità nere e ispaniche. Nel 2021, il 23% delle persone nere e il 24% delle persone latine ha dichiarato di non potersi permettere prodotti per il ciclo, rispetto all’8% delle persone bianche. Inoltre, la pandemia ha ulteriormente aggravato queste disuguaglianze.
Un approccio completo per affrontare la povertà mestruale
Garantire prodotti gratuiti nelle scuole, nelle prigioni, nei rifugi e nei bagni pubblici è una prima soluzione per ridurre la povertà mestruale. Ann Arbor, nel Michigan, ha già implementato questa misura, richiedendo che prodotti per il ciclo siano disponibili gratuitamente in tutti i bagni pubblici.
Oltre alla distribuzione, è essenziale investire in educazione sull’igiene mestruale e infrastrutture sicure, come bagni pubblici accessibili. La povertà mestruale non è solo una questione di accesso ai prodotti, ma di dignità. Affrontarla significa garantire che tutte le persone possano gestire le proprie mestruazioni senza compromettere la loro salute, istruzione o qualità della vita.