domenica, Settembre 24, 2023
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Risposte di sistema oltre il sostegno economico. La Caritas riflette sulla povertà

Per contrastare efficacemente la povertà strutturale in Italia, occorre un sistema di vita in contrapposizione al sistema di morte rappresentato dalla criminalità organizzata. È necessario affrontare la marginalità nelle periferie e nelle aree interne del paese, non solo con proposte governative come la modifica del reddito di cittadinanza, ma anche progettando e costruendo insieme. Questo è stato il tema centrale del del convegno nazionale delle Caritas diocesane intitolato “Agli incroci delle Strade”, svoltosi a Salerno.

Attualmente, il 9,4% della popolazione italiana vive in povertà assoluta, il che significa che quasi 5,6 milioni di persone e oltre 1,9 milioni di famiglie non hanno il minimo necessario per vivere dignitosamente in termini di beni e servizi.

Secondo il direttore della Caritas italiana, don Marco Pagniello, non basta il reddito di cittadinanza o altre forme di sostegno economico; è necessario anche fornire servizi che possano aiutare le persone a cercare lavoro e affrontare altre difficoltà. Senza servizi adeguati, la ricerca del lavoro può essere vana; ad esempio, una madre che non ha dove lasciare i suoi figli non potrà lavorare.

Pagniello ha ribadito la necessità di separare il reddito dall’assegno per il lavoro e di progettare un sistema per i servizi che applichi il principio di sussidiarietà, coinvolgendo il governo, gli enti locali, la Chiesa, il Terzo settore e il volontariato. Anche il tema degli aiuti alimentari deve essere rivisto per creare un sistema più efficiente che raggiunga chi ne ha veramente bisogno.

Giovanni Laino, docente in Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso la Federico II di Napoli, ha affermato che le periferie hanno bisogno di programmi che rendano effettivamente esigibili i diritti. Non solo sono importanti gli spazi, ma anche le risorse umane, economiche e le competenze.

Don Alberto Conti, direttore della Caritas diocesana di Trivento, ha sottolineato la crisi della vita delle comunità a causa dello spopolamento delle aree interne, che provoca la scomparsa degli ambulatori, dei negozi e delle infrastrutture. Egli ha chiesto che la politica ridia dignità alle persone, anche a coloro che vivono in queste zone, che devono godere di uguali diritti rispetto a chi vive in città, per non tradire la Costituzione e il Vangelo.

Inoltre, Gennaro Pagano ha illustrato il funzionamento del Patto educativo che coordina e che si sta muovendo in modo sperimentale nel comune di Napoli. Il Patto educativo riunisce ogni mese tutte le associazioni, le istituzioni, le municipalità, le scuole e la Chiesa dei quartieri difficili di Forcella, Soccavo e Ponticelli per trovare risposte alle varie emergenze che si presentano in quei territori.

In conclusione, la lotta alla povertà strutturale in Italia richiede un approccio sistemico che vada oltre le proposte di modifica del reddito di cittadinanza. È necessario affrontare la marginalità nelle periferie e nelle aree interne attraverso programmi mirati che rendano effettivamente esigibili i diritti della popolazione.

Ciò richiede l’impegno coordinato di diverse entità, tra cui il governo, gli enti locali, la Chiesa, il Terzo settore e il volontariato, per progettare e costruire soluzioni efficaci che possano cambiare la vita delle persone. Inoltre, è importante ridare dignità alla politica e garantire uguali diritti a tutte le persone, indipendentemente dal luogo in cui vivono. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo si potrà contrastare efficacemente la povertà in Italia.

by Marsel Minga

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