giovedì, Settembre 12, 2024
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Senzatetto morto ai piedi del tesoro di San Gennaro

Ormai è cronaca quotidiana, da nord, ne abbiamo parlato qui, a sud, dove ieri è stato rinvenuto morto l’ennesimo senzatetto. Senzatetto e, impossibile non annotarlo, senza nome, ultimo sfregio all’esistenza di una persona con la sua storia i suoi dolori e i suoi affetti, anche se sepolti sotto anni di miseria.

Stavolta colpisce il luogo. Napoli, ai piedi del Duomo, rannicchiato su un materasso sporco, in posizione fetale, a pochi passi dal tesoro di San Gennaro. Ieri, intorno alle otto del mattino, alcuni passanti hanno notato il corpo ormai senza vita di un uomo. Niente da fare per lui, era già morto da diverse ore, probabilmente un malore dovuto al caldo eccessivo su un fisico già duramente provato dagli stenti.

La notte scorsa secondo i meteorologi è stata anche una delle più umide registrate a Napoli dall’inizio dell’estate. L’emergenza caldo che crea difficoltà a chi ancora può refrigerarsi all’interno di mura domestiche, rischia di essere drammatica per chi è costretto a vivere per strada. D’estate per il caldo come d’inverno per il freddo.

Ad assistere alla scena del penoso ritrovamento c’era un fotografo importante, Luciano Ferrara, che ha raccontato ai colleghi di Napoli Today: “Era raggomitolato su se stesso, talmente contratto che gli operatori della Mortuaria non riuscivano a farlo entrare nel sacco per il trasporto. Un grande dolore per una vita persa ma soprattutto per l’indifferenza in cui la notizia sembra aver lasciato i media”.

Morti che infatti non trovano spazio lontano dalle cronache locali, mentre quelle nazionali si preoccupano della povertà soltanto in termini di grafici che tolgono l’umanità residua a chi soffre. Eppure, si scopre all’indomani del ritrovamento, qualcuno tra gli abitanti della zona conosceva l’uomo che stazionava da diverso tempo nei pressi della Cattedrale. Diversi appelli erano stati lanciati via social per convincere le istituzioni a occuparsene.

Una volontà di aiutarlo che si era scontrata, sembra almeno dai racconti, con la volontà del senzatetto di non essere aiutato, come riferiscono i militari che stazionano nei pressi del Duomo per servizio. Inutile anche l’intervento dei volontari che di notte portano acqua e altri generi alimentari ai senzatetto della città.

Sdraiato con sempre meno forze, con una visibile cicatrice sulla testa, ha deciso di lasciarsi morire. Al di là delle sue intenzioni questo suona come un atto d’accusa, nella terza città d’Italia dinanzi alla soglia della Cattedrale. Come il Cristo morto del Mantegna, sfinito, con le cicatrici della vita anzichè quelle dei chiodi, una morte violenta, cieco agli elementi esterni, a loro volta ciechi alla vita e alla morte degli ultimi.

by Jason Fiori
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