Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha annunciato ieri, giovedì 23 marzo, che sarà stipulato un trattato di pace tra Armenia e Azerbaigian basato su dichiarazioni ufficiali congiunte adottate al più alto livello. Il premier ha affermato che “Non ci sarà una nuova escalation”.
Pashinyan ha anche invitato la comunità internazionale a sostenere con forza gli sforzi in corso per giungere alla pace.
Vedant Patel, vice portavoce principale del Dipartimento di Stato Usa, in risposta allo sviluppo delle trattative, ha affermato che gli Stati Uniti sono soddisfatti dei progressi compiuti verso una pace duratura e sostenibile nel Caucaso meridionale. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, riferisce Patel, è impegnato a facilitare i colloqui di pace tra Armenia e Azerbaigian.
“Apprezziamo molto il messaggio di Nikol Pashinyan su questi progressi”, ha twittato Patel.
L’Armenia e l’Azerbaigian si sono affrontati in due guerre negli ultimi 30 anni, da quando cioè in cui entrambi gli stati ex sovietici sono diventati indipendenti. Ci sono stati migliaia di morti nella lotta per il controllo dell’enclave del Karabakh, popolata da armeni in Azerbaigian.
Secondo Al Jazeera, una fragile tregua sarebbe in vigore tra i due vicini. La guerra dal 2020 che ha causato più di 6.500 morti e ha costretto l’Armenia a cedere i territori che controllava da decenni. Recentemente, le truppe azere e quelle armene si sono scontrate ella contesa regione azera del Nagorno-Karabakh.
Secondo il ministero della Difesa dell’Azerbaigian, due militari sono stati uccisi dopo che le truppe azere hanno fermato un convoglio sospettato di trasportare armi dalla città principale della regione alle zone periferiche. Il convoglio avrebbe utilizzato una strada non autorizzata.
Il ministero degli Esteri armeno ha dichiarato che tre funzionari del ministero degli interni del Karabakh sono rimasti uccisi. Il convoglio secondo il ministro trasportava documenti, respingendo le accuse azere secondo cui venivano trasportate armi, sempre secondo Al Jazeera.
Nonostante i ripetuti incidenti potrebbe trattarsi di una svolta nel percorso di pace tra i due paesi anche se numerosi problemi restano irrisolti.
Pashinyan ha sollecitato la comunità internazionale ricordando che, nonostante i termini della dichiarazione del 9 novembre 2020, l’Azerbaigian non ha ancora rilasciato i prigionieri di guerra armeni e sta ancora occupando territori sovrani dell’Armenia che ha preso a seguito delle aggressioni nel 1994, 2021 e 2022.