Francesca Danese per il Forum Terzo settore
Per molti anni ancora nessuno di noi potrà dimenticare lo choc di quel 24 febbraio del 2022, esattamente un anno fa, quando gli eserciti di Putin aggredirono l’Ucraina e ne invasero un pezzo cospicuo di territorio, sprezzanti del diritto internazionale, di ogni valore democratico e senza tracce di umanità. La strage, la devastazione e il saccheggio non sembrano avere fine e meno che mai potranno dimenticare quelle persone che sono vittime dell’invasione, che sono in prima linea oppure sono state spinte a fuggire.
Sono oltre 173mila (92.353 donne, 31.848 uomini e 49.444 minori) i rifugiati ucraini che hanno varcato il confine italiano dall’inizio della guerra. Di questi 169mila hanno chiesto protezione temporanea in Italia. La maggior parte di loro ha trovato appoggio da amici e parenti. Solo una quota residuale è entrata nel sistema di accoglienza. Ora circa 11.149 persone sono nei Cas, mentre 2.402 sono accolte nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai). Infine negli alberghi sono presenti 3266 persone mentre i posti occupati dell’accoglienza diffusa sono 2.162.
Numeri che per noi del Forum del Terzo Settore hanno un volto, una voce, dei bisogni e dei diritti. Sono gli sguardi e le storie delle centinaia di persone che seguiamo, attraverso il protagonismo degli Enti nostri soci, con progetti e azioni di vario tipo, in particolare il Progetto Frida, dalla prima accoglienza fino ai corsi di lingua italiana.
Troppo spesso, però, a inceppare un meccanismo di un modello di accoglienza che all’epoca aveva provato davvero a coinvolgere il Terzo settore è stata una burocrazia ridondante, sorda e cieca. Come quella che proprio domani, 24 febbraio, ha deciso di trasferire centinaia di famiglie dagli alberghi ai centri di accoglienza, interrompendo ogni tipo di programma di inclusione e integrazione e colonizzando, con un altro piccolo esodo, il giorno della memoria dell’inizio della loro fuga.
Ci chiediamo se le logiche amministrative siano così importanti da passare sopra a ogni altro sentimento, così miopi da non accorgersi che i numeri sono fatti di persone in carne e sangue che hanno bisogno di uscire dall’emergenza permanente e ricominciare a tessere le maglie di un futuro degno di essere vissuto.
Pensiamoci insieme mentre manifestiamo, in queste ore, per scuotere un’opinione pubblica e un ceto politico assuefatti dalla logica della guerra permanente.
La portavoce
Francesca Danese