“Una der popolo”. Le vacanze extralusso di Meloni in Puglia

Ho sentito parole di apprezzamento per chi siede al Governo, espressioni emotivamente sospinte da un ipotetico processo di immedesimazione che porta ad esclamare che “la Premier è una di noi”.

A fare certi discorsi non erano facoltosi imprenditori amanti delle spese pazze o ereditiere pronte a dilapidare lasciti di faraonica imponenza. Lì per lì la sobrietà dell’abbigliamento mi ha lasciato immaginare che la pacata discussione avvenisse tra intellettuali benestanti poco interessati ad ostentare le loro ricchezze.

Pensando all’esclusiva vacanza delle sorelle al timone dell’Italia e dei relativi accompagnatori, ho subito pensato che i protagonisti della conversazione soggiornassero anche loro in qualche resort da oltre 1500 euro al giorno e che per evitare lo sgradevole chiasso o la semplice fastidiosa presenza di estranei avessero prenotato l’intera struttura per il proprio gruppetto.

Quando uno dei tizi se ne è uscito dicendo “Er Presidente è una der popolo”, tradendo un’estrazione scolastica divergente da quella degli ex-alumni di Harvard, mi sono reso conto che lo scenario del proletariato doveva esser cambiato significativamente negli ultimi tempi e che io mi ero perso qualche passaggio fondamentale del processo evolutivo della società moderna.

Il mutamento era stato annunciato da un Ministro della Repubblica che – quasi fosse custode di uno dei segreti di Fatima e sentisse impellente la necessità di rivelarlo – non esitò a raccontare che “in Italia i poveri mangiano meglio dei ricchi”.

La profezia ha innescato a suo tempo qualche piccola polemica, ma adesso c’è chi si chiede se i grand gourmet delle mense della Charitas sono arrivati in Puglia. Oppure sono stati convocati in masseria i più estrosi clochard che – armati di vecchie lattine di fagioli, legnetti e pietre focaie – sapranno allestire una “verticale” di avanzi a chilometro zero perchè raccolti in un cassonetto poco distante?

Le “malepenne” del quotidiano “La Repubblica” insistono nella loro crociata denigratoria ai danni di due donne che si sacrificano per la collettività, dimenticando che certi conteggi avvalorano la loro perfetta congruità con la capacità di spesa della famiglia di un cassintegrato con moglie casalinga e due figli a carico.

Ma chi “der popolo” non può permettersi un po’ di relax al costo che tanti giornalisti – accaniti senza motivo – totalizzano in 80.000 euro per dieci giorni con “li amici”?

Umberto Rapetto Generale GdF – Fondatore e per dodici anni comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico