Prosegue l’opera della Corte Suprema degli Stati Uniti nello smantellamento delle conquiste del progresso. Dopo aver consentito agli stati di vietare l’aborto, giovedì scorso è stata limitato la capacità dell’Agenzia per la protezione ambientale di regolare le emissioni di carbonio delle centrali elettriche. Lo scopo del provvedimento è impedire di dimezzare le emissioni di gas serra entro la fine del decennio, come era nelle intenzioni e nel programma elettorale del presidente Joe Biden. Stavolta il voto si è risolto con sei giudici a favore e tre contro. Un provvedimento molto grave non soltanto per gli Usa ma per l’intera sfida che il pianeta ha di fronte in una corsa contro il tempo sempre più pressante.
Nel mirino dei giudici non c’è soltanto l’Epa, l’agenzia ambientale, ma più in generale i poteri delle agenzie amministrative statunitensi. Un altro colpo all’amministrazione Biden, secondo cui la decisione “mira a riportare indietro il nostro Paese”. Biden ha ribadito l’impegno sul clima, ma di certo adesso le sue possibilità di manovra sono molto limitate anche in materia di salute pubblica. La sentenza non fa cenno, se non marginalmente, ai danni causati dai cambiamenti climatici, preoccupandosi soltanto d’impedire la transazione che costringerebbe gli Usa a modificare l’intera catena produttiva basata sull’uso del carbone per generare elettricità. L’Epa può ancora regolamentare il settore energetico controllando le emissioni nelle singole centrali elettriche ma senza predisporre misure che vincolino l’intero sistema a misure generali.
Lo scopo politico della Corte suprema è ormai chiaro. In base alle leggi degli Stati Uniti soltanto il Congresso può emanare direttive valide per l’intero territorio federale, quindi Biden dovrebbe adesso varare una legge che deve passare anche al vaglio del Senato dove la maggioranza è a favore dei repubblicani. In caso di dubbi sul valore politico più che giuridico della strada intrapresa dalla Corte Suprema, vanno annotati i suoi interventi in favore del padronato, per esempio, sulle disposizioni seguite alla pandemia da covid. La Corte ha sancito come illegali le misure prese dai Centers for Disease Control and Prevention che avevano imposto una moratoria sugli sfratti.
Il metodo adottato dalla Corte, secondo gli osservatori statunitensi progressisti, va sotto il nome di “testualismo”. Si tratta in sintesi di concentrarsi sulla lettera di come sono scritte frasi e parole nelle leggi ignorando il significato più ampio che il legislatore aveva affidato ai provvedimenti. Secondo Paul Waldman, editorialista del Washington Post, la prossima legge nel mirino della Corte Suprema adesso, dopo aborto, armi e clima, è quella elettorale, per consentire al Partito Repubblicano di controllare le elezioni. I conservatori, dopo aver per anni creato le condizioni di accumulo del potere che stanno adesso esercitando senza curarsi dei problemi del Paese, vorrebbero mostrarsi come legislatori indipendenti, per stabilire regole elettorali federali che rendano irrilevanti le Costituzioni statali, i veti dei governatori e le decisioni dei tribunali statali. Un obiettivo politico e non certo un’esercitazione di giurisprudenza.