Le vicende della giunta comunale di Vicenza ci aiutano a spiegare con esempi pratici cosa significa l’espressione “odio contro i poveri”. I meno attenti si sono soffermati soltanto su una parte della questione, la decisione della giunta, nel quadro di lavori finanziati dal Pnrr per la sistemazione di Campo Marzo, di sostituire le classiche panchine con dei modelli più corti, per impedire che qualche senzatetto possa usarle per dormire.
Non solo. Il progetto prevede la demolizione di un edificio, la vecchia filiale della biblioteca civica, che oggi viene usata dagli operatori di strada per un primo intervento di accoglienza. Al suo posto verranno posizionati due bagni. Pressato da quei pochi cittadini che ancora comprendono cosa sia la vita di un essere umano per strada, l’assessore ai servizi sociali di quel Comune, Marco Zocca, ha tergiversato promettendo genericamente e senza prendere un vero impegno che “Valuteremo la possibilità di individuare un’alternativa”.
Fin qui notizie note. Accade però che l’assessore Zocca sia anche in possesso della delega alla tutela e al benessere degli animali. In questa veste si è impegnato, stavolta indicando persino una data, a proporre entro gennaio in giunta per chiudere entro marzo l’intero iter amministrativo di un’oasi felina per i gatti abbandonati. Si sa d’altronde che su Vicenza pendono degli inaccettabili luoghi comuni nel rapporto con i gatti ed è giusto che la giunta faccia in modo di farli dimenticare.
Il rifugio per gatti sorgerà nell’area di fronte al canile comunale di via Mantovani, intorno a Monte Berico, per cui è necessaria una variante per trasformarne la destinazione d’uso e consentire l’insediamento della struttura per felini. La sezione di Vicenza dell’Enpa, che oggi gestisce il canile, si è proposta per ottenere in concessione l’area a titolo gratuito, con l’impegno a gestire, a propria cura e spese, il rifugio per gatti maltrattati e abbandonati.
La normativa statale e regionale tutela i gatti che vivono senza padroni nel territorio, garantendone lo stato libero e affidandoli al sindaco. Non esistono invece leggi statali o regionali o delibere comunali che affidino al sindaco chi è costretto a vivere senza un posto dove dormire o rifugiarsi per non morire di freddo. Eppure Marco Zocca, che è anche assessore al Bilancio, presentando il bilancio 2023 del suo Comune, lo aveva spiegato bene che quello del 2023 sarebbe stato un bilancio particolare, con sei milioni di euro in più di spesa rispetto al precedente. Assicurando però che le spese maggiori saranno coperte dal Comune, senza andare a pesare su famiglie e attività produttive.
Quanto costerebbe alla città di Vicenza utilizzare la stessa delicatezza riservata ai gatti anche agli esseri umani in difficoltà? Niente. Zero. Neanche un euro. Dei poveri a Vicenza si occupano la Caritas diocesana e gli operatori di strada a titolo completamente volontario. A Vicenza la questione sociale presenta alcune emergenze. E’ di pochi giorni fa la vicenda di Sonia Nebea, morta per overdose pochi giorni dopo essere stata trovata abbandonata, il 17 dicembre scorso, in coma davanti alla Caritas. Sonia Nebea, dopo una vita travagliata, aveva da poco ottenuto una casa dal comune.
Ma non c’è soltanto la vergogna di rappresentanti delle istituzioni che ritengono gli esseri umani fragili meno degni di cure dei gatti randagi. Siamo tornati all’anno zero. Il disprezzo per i poveri viene espresso pubblicamente dalle istituzioni, rivendicato, non è limitato al chiacchiericcio da bar. Un disprezzo istituzionale che ha convinto qualche esemplare cittadino della località veneta ad abbandonare un rilevante quantitativo di generi alimentari per i bisognosi, con il marchio dell’Unione Europea stampato sopra, ancora commestibili, cioè non scaduti, accanto ai cassonetti delle immondizie nei pressi dello Stadio di Vicenza a metà dicembre. Un episodio denunciato persino dai consiglieri della Lega.
Il caso Vicenza non è isolato è soltanto uno dei più gravi. Se esiste un’opposizione al centrodestra, visto che nel 2023 i cittadini voteranno per eleggere il sindaco, potrebbe magari chiedere conto euro per euro alla giunta di come sono stati spesi i 150 mila euro stanziati lo scorso ferragosto per l’accoglienza invernale dei senza fissa dimora. E se qualche politico cinico ritiene che i senzatetto non votano e per questo non interessano a nessuno, gli si potrebbe sempre ribattere che lo stesso ragionamento vale per i gatti.
