di Riccardo Fiore
L’altra sera ero a cena con amici in un ristorante cinese di Bologna. Nell’attesa del cibo, dopo essere arrivato in ritardo, mi sono imbattuto nel retro del menù. Da ignorante di cultura cinese ho scoperto due cose bellissime. La prima è che secondo il calendario lunare cinese, la festa della primavera corrisponde all’inizio dell’anno nuovo; quale periodo migliore per iniziare un nuovo anno se non la primavera. Stupidi noi a iniziare ogni volta l’anno nuovo al freddo e al gelo. E poi la seconda, che in parte e sommariamente conoscevo, riguarda i dodici animali dello zodiaco cinese: topo, bue, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale. Fatto il calcolo con il mio anno di nascita ho scoperto di essere un coniglio, che tutto sommato mi va bene. Non mi sono mai identificato in un’animale affascinate o coraggioso e quindi anche la piccola descrizione, tra il tranquillo, l’elegante, il gentile e il responsabile rispecchiava tutto sommato anche quello che penso di me stesso. In tutte le descrizioni dei segni mancavano i difetti, ma una volta ogni tanto un botta di autostima non fa mai male e per una sera si possono lasciare da parte anche le mancanze personali del proprio carattere.
Riguardando e rileggendo gli animali però mi sono accorto che alla fine anche i cinesi, detentori di una delle culture più apprezzate e antiche del mondo, a mio parere un errore l’hanno commesso. Secondo alcuni la tradizione dello zodiaco cinese è nata con il Buddha, mentre per altri con l’Imperatore di Giada. Possibile che nessuno di questi due illustri personaggi abbia pensato di inserire tra gli animali la lumaca? O la chiocciola? O la tartaruga? O nessun tipo di crostaceo? O una coccinella? O un riccio o per esempio un armadillo? Mi chiedere voi: – ma che “viaggi” ti fai? Ecco, ora ve lo spiego.
Ormai da più di tre settimane ho scoperto che, molto presto, dovrò cambiare casa. I pochissimi che hanno letto un mio vecchio sfogo sulla condizione abitativa bolognese (Povera Bologna – pubblicata sempre su Diogene.info a gennaio 2023 sapranno già di cosa parliamo. Stanco di aver regalato montagne di affitti ai fortunati proprietari di città ho deciso che come primo tentativo proverò ad acquistare una piccola casa così almeno dopo aver gettato via una montagna di soldi alla fine qualcosa dovrebbe rimane come futuro investimento.
I problemi arrivano però quotidiani. Si inizia naturalmente con gli annunci internet. Come prima cosa bisogna riconoscere che questi agenti immobiliari sono degli ottimi fotografi. Appena vedi l’annuncio cominci a fantasticare sui bellissimi spazi luminosi, i bellissimi pavimenti e le belle planimetrie disegnate ad hoc ma molto spesso prive di misure tecniche. Quando arrivi invece a visitare la casa ti accorgi invece della vera realtà. Stanze piccole, pavimenti distrutti, bagni ante guerra e la luminosità descritta che non esiste. Mentre all’inizio sei consapevole che qualche lavoro lo devi mettere sempre in conto almeno per andarci a vivere, solo in sede di visione ti accorgi che la casa sarebbe meglio demolirla e ricostruirla.
L’agente immobiliare lo riconosci subito, soprattutto se giovane e dipendente delle grandi catene di vendita. Cravatte dai colori più fantasiosi e accecanti, scarpino testa di moro tirato a lucido e giacca e camicia, rigorosamente da Zara anche se fuori sta per arrivare la tempesta. Mezzo chilo di gelatina sui capelli e profumo Tesori d’oriente in quantità industriale. Gli appuntamenti ormai si chiamano “open house” e quindi ti ritrovi in 4/5 a visitare una casa contemporaneamente che più che un appuntamento immobiliare sembra il via vai dalla casa di un defunto il giorno del funerale. Tre quattro minuti di chiacchiere con i poveri ragazzini in cerca di lavoro che vengono buttati in prima linea con il lavaggio del cervello dei titolati sulla percentuale di vendita e via, avanti il prossimo! Immobili con problemi catastali o problemi strutturali, altro che piccola manutenzione. Colloqui improbabili con banche che tra percentuali, tassi, buste paghe, mutui, calcoli e iva ti bombardano il cervello tipo dettagli ms-dos. Batti tutte le zone possibili anche quelle in cui fino a qualche anno prima non ci eri mai stato. Ormai a Bologna il mercato funziona così: quello che vale uno costa due, quello che vale due costa quattro e via dicendo. Se sei ricco poi risolve tutto. Compri bene, ristrutturato, arredato, vista colli!
Questo problema non è solo tuo ma rovina anche gli incontri tra amici. Sei al ristorante e gli amici parlano di case. Sei al bar e al posto di parlare di calcio o di politica si parla di case, sei a al lavoro e ti parlano di case, sei a fare la spesa e ti chiamano per parlarti di case. La cosa più bella è che si parla sempre di case ma addirittura delle stesse case perché, non essendoci immobili disponibili sulla piazza, gli annunci che guardi te sono gli stessi annunci che guardano i tuoi amici che cercano casa, proprio come te.
Allora rieccomi seduto in quel ristorante cinese di Bologna a pensare che più che un coniglio vorrei rinascere lumaca. L’animale più intelligente come raccontava in passato Tony Sperandeo. Nasci e hai la casa. Ti sposi? Due case. Fai dei figli? Nessun problema, tutti hanno già la casa. Vai al lavoro con la casa, in vacanza con la casa e a fare la spesa con la casa. Ma soprattutto se rinasci lumaca sei il più intelligente di tutti perché anche da morto… te la fai “sucare”!
