sabato, Luglio 27, 2024
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Aboliamo il Futuro!

Dopo un secolo come quello scorso in cui le domande sul futuro dell’umanità riguardavano come vivere meglio in prospettiva della crescente evoluzione tecnologica e della consapevolezza individuale, ci troviamo di fronte a un secolo che in merito al futuro ci indica sostanzialmente come moriremo. Se di guerra o di clima, se di fame o di malattia, il problema ormai è il come, la speranza di vita è diventata speranza di non morire soffrendo tantissimo. Eppure la vita umana si allunga, la medicina ci costringe a sopportare quelli che già non sopportavamo quando erano giovani fino a età impensabili, l’intelligenza artificiale è già più intelligente di chi la progetta, la corsa a colonizzare anche altri pianeti occupa più risorse dei programmi contro la fame nel mondo e Bettini tra qualche anno non condizionerà più il Pd. Nonostante queste evoluzioni qualcosa dunque non ha funzionato tra gli esseri umani.

Il futuro possiamo definirlo come il tempo che deve venire, ma già qui fisici e filosofi troverebbero da ridire, però noi poveri disgraziati abbiamo così tanti problemi che è già troppo faticoso vivere in quelle quattro dimensioni scoperte da Einstein, quindi alla teoria delle stringhe preferiamo quella dei mocassini e il computer dei quanti non sarà il computer dei tanti. Indichiamo allora con futuro soltanto la nostra banale possibilità di vivere un secondo in più di adesso. Il meglio deve sempre venire, questo ci hanno fatto credere a lungo scienziati e filosofi nel passato, ma l’esperienza terrena quotidiana comincia a mostrare le crepe di questa concezione relegandola all’antichità.

La fame non è un problema di mancanza di risorse ma di proprietà delle risorse e capriccio nella loro distribuzione, i cambiamenti climatici non sono irreparabili ma lo diventano per volontà umana di profitto, la pace è vista solo come una pausa tra le guerre per preparare altre guerre, la salute è affidata alla capacità di acquisto, la democrazia è diventata un fine e non un mezzo per codificare i rapporti tra persone che vivono in una stessa comunità. L’agenda dell’Onu per azzerare fame, diseguaglianze e problemi climatici entro il 2030 è un simpatico promemoria da tenere accanto allo spazio della macchina da cucina, per valorizzare il calendario di Frate Indovino.

Il problema più grosso del futuro è che porta con sè la speranza. Speranza di stare meglio, speranza che le cose cambino verso il bene. Finchè noi vivremo con questa assurda percezione del futuro come qualcosa di meglio rispetto al presente e al passato saremo costretti a vivere in una situazione di frustrazione costante, che c’impedisce di essere felici. Ecco allora che dove associazioni e partiti falliscono possiamo intervenire noi uomini e donne e umani non binari del presente che ancora oggi riusciamo a voler bene a noi stessi e a voler bene a qualcuno adesso non domani. Il problema del futuro è il futuro stesso, la consapevole bugia che il meglio che possiamo fare lo faremo poi.

Per risolvere il problema basta dunque abolire il futuro. E’ inutile per esempio sprecare energie per cercare di capire chi ha ragione nelle previsioni economiche dei prossimi trent’anni, basta riuscire a vivere altri trent’anni e l’enigma si scioglierà da solo e noi ci saremo risparmiati liti e conflitti e divisioni scaturite da questo continuo affidare alla corsa verso un inverificabile futuro la miseria verificata del presente. Si possono fare delle eccezioni per le canzoni magari, si potrebbe proporre una moratoria per mantenere intatti i testi delle vecchie canzoni per arrivare a eliminare il futuro dai testi a partire dal 2030, in concomitanza con la caduta nell’oblio dell’agenda dell’Onu per il futuro. Nelle scuole si può per esempio eliminare gradualmente il futuro dai testi così come si è già fatto per storia, geografia ed educazione civica, fino a eliminare i testi stessi che mettono strane idee di migliorare il mondo in testa alla gente.

Basta col futuro, nel futuro c’è la procrastinazione e l’indicibilità del male nel presente, la confessione della nostra incapacità nel risolvere problemi che ci affliggono adesso e non tra decenni, la resa incondizionata alla nostra incapacità di vivere. Aboliamo il futuro e staremo tutti meglio. Firma anche tu la petizione su change.org per abolire il futuro.

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