di Khadija Ait Oubih
Pubblichiamo una lettera aperta dell’associazione “Trama di terre”, associazione interculturale di donne provenienti da tutto il mondo attiva a Imola dal 1997. La nostra nota redazionale è soltanto per aggiungere che il tema toccato dall’associazione va ben oltre i confini di Imola. Come scrive “La bottega del Barbieri”, che ha rilanciato l’appello, “la sacrosanta solidarietà ai profughi ucraini non ha smosso in Italia di un centimetro l’ostilità (politica, mediatica e burocratica con risvolti polizieschi) verso chi scappa da altre guerre”.
Gentilissime e gentilissimi,
vorrei condividere con voi la mail ricevuta dalla nostra operatrice del centro antiviolenza da parte della responsabile servizio “Diritto allo studio” (del Comune di Imola) in cui ci informa dell’attività di alfabetizzazione organizzata per i minori ucraini presenti sul nostro territorio. Un’attività assolutamente meritevole e preziosa ma che forse non tiene conto dei minori che arrivano per ricongiungimento famigliare o come richiedenti asilo, oltre a quelli provenienti da altri Comuni che sono accolti presso la nostre case di accoglienza. Tutte queste ragazze e ragazzi hanno lo stesso bisogno dei bimbi ucraini, ossia essere sostenuti nell’apprendimento della lingua italiana.
Pertanto vorremmo chiedere che questa attività sia estesa a tutti i minori presenti sul nostro territorio, affinchè venga loro garantita la parità di diritti e opportunità per l’apprendimento e per una buona integrazione. Riteniamo fondamentale che vengano prese in considerazione le iscrizioni dei migranti residenti (e non) di varie etnie, per non creare ulteriori spaccature e alimentare il razzismo fra migranti, alcuni dei quali rischiano di sentirsi meno riconosciuti di altri.
In attesa di un riscontro, porgo cordiali saluti.
Khadija Ait Oubih, presidente di «Trama di terre», associazione di donne native e migranti (Imola)