La povertà nello stato di New York continua a superare i livelli nazionali e quelli degli stati vicini, con le minoranze razziali e altri gruppi storicamente emarginati che sopportano il fardello più pesante, secondo un rapporto pubblicato ieri dal controllore statale, the State Comptroller, una figura assimilabile al capo contabile o revisore dei conti, Tom DiNapoli.
La percentuale di residenti di New York che vive al di sotto della soglia di povertà è arrivata a quasi il 14% nel 2021, più di un punto percentuale in più rispetto al tasso nazionale, secondo la stima ufficiale sulla povertà del Census Bureau.
I risultati giungono sulla scia dell’ansia economica scaturita dall’inflazione e dagli effetti persistenti della pandemia, che ha bloccato diverse industrie per mesi e in alcuni casi continua a rappresentare una sfida.
Per i newyorkesi però le grandi difficoltà economiche arrivano adesso, quando le restrizioni di salute pubblica si sono allentate per gran parte del paese. L’aumento di offerte di lavoro è stato bilanciato dall’aumento sproporzionato dei costi.
“Anche se i posti di lavoro sono tornati, l’aumento dei costi durante un periodo di alta inflazione ha messo sotto pressione i budget per beni essenziali come cibo e alloggio”, scrive DiNapoli.
Tre contee di New York City hanno superato il tasso di povertà in tutto lo stato: il Bronx, con oltre il 24%; Brooklyn, al 17,8%; e Manhattan, anch’essa con un tasso elevato rispetto allo stato, pari a circa il 16%.
Sebbene i tassi di povertà per le minoranze razziali nello stato di New York sembrino essere migliorati nell’ultimo decennio, le disparità persistono per quei gruppi rispetto ai residenti bianchi e non ispanici.
Alcuni gruppi vivevano in povertà a circa il doppio del tasso dei residenti bianchi nel 2021: il 20% dei residenti neri viveva al di sotto del livello di povertà nel 2021. Tale tasso era leggermente più alto per coloro che si identificavano come indiani d’America o nativi dell’Alaska.
I nativi hawaiani e altri isolani del Pacifico si sono impoveriti al tasso più alto, oltre il 25%; i loro tassi sono stati gli unici a peggiorare rispetto ai dati del censimento del 2010. Anche i livelli di povertà tra i newyorkesi asiatici hanno superato quelli dei residenti bianchi, poco meno del 15%.
La percentuale di residenti bianchi che vivono in povertà, nel frattempo, è arrivata al 10%.
Il tasso di povertà per gli ispanici di qualsiasi razza si avvicinava al 21%, secondo i dati del censimento. Per i residenti bianchi non ispanici, il tasso era del 9,6%.
Un quinto dei newyorkesi che vivevano al di sotto della soglia di povertà nel 2021 aveva una disabilità, una percentuale più alta rispetto al 2010. La povertà tra i residenti più anziani rimane invece al di sotto della media statale.
I tassi di povertà infantile superano quelli della popolazione complessiva e un quarto dei residenti statali di tutte le età che vivono in povertà sono nati al di fuori degli Stati Uniti. A livello nazionale, tale quota è del 15%.
“La difficoltà nel pagare le spese domestiche è ricominciata ad aumentare entro settembre 2021 e ha continuato a salire fino al 2022, a un livello superiore a due anni prima”, si legge nel rapporto.
Oltre il 47% dei newyorkesi ha segnalato un certo grado di difficoltà a pagare le spese domestiche in ottobre. A livello nazionale, il tasso era superiore al 40%.
