sabato, Luglio 27, 2024
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Soldi dall’Italia alla Tunisia per violare i diritti umani

Nella quarta visita in Tunisia in dieci mesi, la premier italiana Giorgia Meloni ha stipulato accordi per oltre cento milioni di euro, mirati al rafforzamento delle relazioni bilaterali e alla gestione dell’immigrazione. In sostanza per convincere la tunisia a bloccare il flusso migratorio verso l’Italia.

Tra gli accordi principali, figurano il sostegno al bilancio tunisino con 50 milioni di euro per promuovere l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, e una linea di credito di 55 milioni di euro per le PMI tunisine.

Inoltre, sono stati stanziati 9 milioni di euro per il carburante delle motovedette tunisine e 4,8 milioni per la cessione di sei motovedette alla Garde Nationale tunisina.

Durante la visita, Meloni ha enfatizzato l’importanza della cooperazione per combattere il traffico di esseri umani e ha proposto un incremento dei flussi di migrazione legale, riferendo che recenti decreti permetteranno a circa 12.000 tunisini formati di entrare legalmente in Italia. Ha inoltre discusso la possibilità di rafforzare la cooperazione internazionale per gestire i rimpatri e i flussi regolari di migranti.

Il presidente tunisino Kais Saied ha ribadito la posizione del suo governo di non accettare che la Tunisia diventi un paese di transito o di insediamento per i migranti irregolari, sottolineando le sfide poste dalle rotte migratorie che attraversano l’Africa subsahariana, la Libia e l’Algeria.

Mentre Giorgia Meloni era a Tunisi, diverse organizzazioni hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il finanziamento di 4,8 milioni di euro destinato alla rimessa in efficienza e al trasferimento di 6 motovedette alla Garde Nationale tunisina.

Le associazioni, tra cui Asgi, Arci, ActionAid, Mediterranea Saving Humans, Spazi Circolari e Le Carbet, contestano questa decisione, sostenendo che incrementa il rischio di violazioni dei diritti umani e contravviene alle normative nazionali che impediscono il finanziamento e il trasferimento di armamenti a nazioni responsabili di gravi violazioni dei diritti umani internazionali.

Le motovedette, già utilizzate in un modello simile in Libia, sono state oggetto di controversie per il loro uso in operazioni aggressive in mare, che includono manovre pericolose e violente che, in alcuni casi, hanno portato a naufragi e morti.

Gli abusi sono ben documentati da varie organizzazioni internazionali, inclusa l’ONU, e le autorità tunisine sono state ripetutamente accusate di deportazioni illegali e trattamenti inumani nei confronti dei migranti.

L’udienza per il ricorso è prevista per il 30 aprile, e le associazioni richiedono una sospensione immediata dell’accordo in attesa di una revisione giuridica approfondita sulla legittimità di tali trasferimenti.

“HMS Richmond Sea Boats rescue migrants” by csdp.eeas is marked with Public Domain Mark 1.0.
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