sabato, Luglio 27, 2024
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Somalia, la carestia è alle porte

In questo momento la carestia sta per colpire la Somalia. E’ l’ “ultimo” avvertimento, lanciato lunedì 5 settembre dal capo dell’agenzia umanitaria dell’Onu, Martin Griffiths, sulla Somalia. Secondo lui, gli ultimi dati “mostrano indicazioni concrete che una carestia si verificherà tra ottobre e dicembre di quest’anno” in due distretti meridionali – quelli di Baidoa e Buurhakaba – di questo Paese del Corno d’Africa, in preda a una storica siccità.

Arrivato in Somalia giovedì scorso, il capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari si è detto “profondamente scioccato dal livello di dolore e sofferenza che tanti somali stanno sopportando”, affermando di aver visto “bambini così malnutriti che riuscivano a malapena a parlare” durante una visita a Baidoa, epicentro dell’imminente disastro.

Questa ondata di carestia, che potrebbe durare fino a marzo 2023, è causata da una serie di stagioni piovose insufficienti a partire dal 2020. Secondo i dati delle Nazioni Unite, almeno 213 mila persone sono attualmente in grave pericolo di carestia. Dal 2021 almeno un milione di persone sono state gettate sulle strade per fame e sete.

La Somalia sta attualmente attraversando la terza siccità in un decennio, colpendo un totale di 7,8 milioni di persone, quasi la metà della popolazione del Paese. I raccolti e il bestiame, essenziali per la sopravvivenza di una popolazione in gran parte pastorale, sono già stati decimati. La pandemia di coronavirus ha aggiunto ulteriore precarietà a un Paese scosso da quindici anni dalla violenta insurrezione degli islamisti radicali Shebab.

E negli ultimi mesi, l’invasione russa dell’Ucraina ha avuto ripercussioni drammatiche sulla Somalia, la cui fornitura di grano dipendeva per il 90% da questi due paesi. La consegna degli aiuti è impossibile anche nelle vaste aree rurali sotto il controllo di Al-Shabaab.

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