lunedì, Luglio 8, 2024
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Prove di “dextrit” in Europa

Per chi sta dalla parte dei poveri ieri è stato un giorno molto positivo. Rishi Sunak, come avevamo previsto, è stato cacciato a calci dal voto dei cittadini britannici. 410 seggi ai laburisti, 131 ai Tories. Con lui sono stati cacciati gli affamatori del Regno Unito, una banda di estrema destra che con l’isolazionismo, i continui tagli alla spesa sociale, il privilegio ai ricchi, l’odio verso i migranti, ha ridotto la solida civiltà britannica a tribù brancolante nei boschi in cerca di cibo.

Nel 2010, l’anno in cui i Tories andarono al potere, rimanendoci fino a ieri, soltanto 40 mila persone in UK si rivolgevano ai banchi alimentari per mangiare. Oggi sono tre milioni i britannici che non mangerebbero senza l’aiuto dei banchi alimentari. Roba da Corte Penale, da mandato di cattura internazionale per pluriomicidio continuato e aggravato della propria popolazione.

Ora il problema è un altro. Più che vincere i laburisti hanno perso i conservatori. Questo è il punto centrale del nostro ragionamento. Perchè al momento, detto con molta onestà, è tutto da dimostrare che Keir Starmer e il suo partito abbiano la ricetta giusta per risollevare le sorti del Regno Unito. E il problema di Starmer è il problema di tutte le cose che puzzano anche soltanto vagamente di sinistra in Europa.

Tuttavia, in questo momento storico particolare, scacciare le destre dall’occupazione dei governi europei è di fatto un momento importante in cui gli elettori prendono coscienza dell’inaffidabilità politica e dell’inconsistenza economica e sociale dei partiti populisti e di estrema destra. Dopo la prova d’orgoglio britannica aspettiamo adesso con ansia il risultato elettorale francese, con la grande mobilitazione del Nuovo Fronte Popolare che di fatto ha già al primo turno impedito al partito di Marine Le Pen di prendersi la maggioranza assoluta dei voti. Anche in Francia però il problema è lo stesso. L’accozzaglia di sigle messe in piedi a sinistra per fronteggiare il Rassemblement National difficilmente riuscirebbe a governare offrendo una prospettiva di ricchezza alla Francia.

Riepiloghiamo la situazione. In Europa la destra, sotto varie forme, governa in Italia, Ungheria, Croazia, Finlandia, Austria, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca e Svezia. Sono invece governate da pezzi di sinistra Spagna, Malta, Germania. In Danimarca una socialdemocratica guida un governo sostenuto dal centrodestra. Slovacchia, Romania, Polonia, Lettonia ed Estonia sono guidate da coalizioni con tutti dentro. La cartina che abbiamo rubato a Pagella Politica chiarisce con maggior precisione il quadro.

Dopo il covid e le guerre prima in Ucraina e poi in Medio Oriente la destra ha preso il potere ovunque. Soltanto adesso i fallimenti di quei governi stanno lentamente venendo alla luce. Il “popolo” tanto invocato, che, a differenza dei populisti professionisti, non vive d’ideologia ma di bisogni, inizia a comprendere che tutti i “colpevoli” indicati dalle destre per la crisi sociale, dagli immigrati ai governi precedenti, erano falsi bersagli.

Questo è quindi il momento per alimentare il nuovo vento che proviene da Londra anche se non fa parte dell’Unione Europea: il vento di liberazione dalla cappa plumbea antisociale e portatrice di violenze e divisioni tra persone imposta dai governi di destra all’Europa. Potrebbe essere dunque il momento buono per mettere in atto la “Dextrit”, la fuoriuscita dell’Europa dalla destra.

Perchè oltretutto le destre che hanno governato in Europa fin qua, destando preoccupazione per le loro simpatie fasciste e naziste, di quelle ideologie degli anni ’20 del secolo scorso, molto simili ai nostri anni ’20, hanno preso soltanto l’impianto ideologico, la presunta superiorità fascista delle razze, e non quello sociale, la radice operaia e contadina. Anche per questo si sono rivelate un bluff politico. Un bluff che provoca ogni giorno la morte di persone, sia chiaro, nei mari e per terra, con le porte chiuse a chi scappa da guerre e fame, con le porte chiuse a chi ha bisogno di aiuto per mangiare e lavorare nel paese dove è nato.

Adesso o mai più. Confusamente e con parecchi peli sullo stomaco, ma adesso è il momento di isolare queste ideologie di morte. E per farlo occorre tapparsi il naso. Senza giri di parole, in italia, ad esempio, non è pensabile per i prossimi anni un’alternativa alle destre senza il Pd, cioè gli stessi che hanno praticato politiche di destra prima della destra sui lavoratori e sui migranti. Ma siamo sicuri che non ci siano differenze tra l’egoismo sociale di Matteo Renzi e l’inclusività di Elly Schlein, è davvero sempre una notte in cui tutte le mucche son nere?

Se gli elettori inglesi avessero ragionato così, all’italiana, ripensando ai danni provocati da Tony Blair e Gordon Brown, gli ultimi premier laburisti fino a ieri, non avrebbero votato di nuovo per i laburisti. Eppure l’hanno fatto perchè sono disperati. Non ce la fanno più e vogliono cambiare. E’ il succo della democrazia. Chi vota per ideologia è una minoranza di persone. La maggior parte degli elettori vuole sapere una sola cosa: come migliori la mia condizione sociale, economica e ambientale? Dammi una speranza che sembri concreta e ti voto.

Bisogna cavalcare la Dextrit. Chi sta dalla parte dei meno abbienti, dei più fragili, degli ultimi e degli esclusi deve cavalcare attivamente la Dextrit, la porta politica che si è aperta ieri a Londra e forse si aprirà un po’ di più domenica a Parigi. Altrimenti la porta si richiuderà, come in Matrix, per i prossimi anni e poi ci vorrà un ariete per abbatterla. E al momento nella nostra politica di animali cornuti ne abbiamo parecchi, ma di arieti nessuno.

“Left Turn FAIL” is licensed under CC BY 2.0.
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