lunedì, Luglio 8, 2024
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Schiavitù e violenze lungo le rotte per il Mediterraneo dei rifugiati

Vincent Cochetel, rappresentante speciale dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) per il Mediterraneo, ha recentemente parlato con apprensione del rapporto presentato dall’ONU a Ginevra.

La descrizione contenuta nel rapporto è cruda e diretta: i migranti e i rifugiati che cercano di raggiungere il Mediterraneo affrontano “l’orrore estremo”. Questo linguaggio forte è stato scelto dall’UNHCR e dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) per attirare l’attenzione sulla gravità delle loro scoperte e per sottolineare che tali atrocità non devono diventare normali.

Negli ultimi tre anni, l’UNHCR e l’OIM hanno intervistato 31.500 persone in Italia e in diversi paesi africani. Le testimonianze raccolte documentano una vasta gamma di violenze e abusi subiti durante il viaggio verso l’Europa.

Gli intervistati hanno riportato esperienze di tortura, violenze fisiche, detenzioni arbitrarie, omicidi, rapimenti a scopo di riscatto, violenze sessuali, sfruttamento, riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, lavoro forzato, prelievo di organi, rapine, espulsioni collettive e deportazioni. Cochetel ha sottolineato che la percentuale di persone colpite da queste atrocità è aumentata rispetto agli anni precedenti.

Cochetel aveva già espresso il timore che il numero di morti nel deserto del Sahara potesse superare quello nel Mediterraneo. Di recente, nella zona desertica tra Kufra, nel sud-est della Libia, e il confine con il Ciad, sono stati ritrovati i corpi di 20 persone.

L’autista del veicolo aveva perso la strada, causando la morte di tutti i passeggeri. “Vorremmo avere tanti dati concreti sulle morti sulle rotte terrestri quanti ne abbiamo oggi per le rotte marittime”, ha affermato Cochetel.

“The Sahrawi refugees – a forgotten crisis in the Algerian desert” by EU Civil Protection and Humanitarian Aid is licensed under CC BY-SA 2.0.

Il rapporto mette in luce un incremento drammatico del 700% dei decessi sulla rotta dall’Africa occidentale alle Isole Canarie nell’ultimo anno. Circa 5.000 persone sono annegate lungo questa rotta solo da gennaio.

Cochetel ha espresso preoccupazione per il numero elevato di casi non denunciati, indicando che molte morti potrebbero passare inosservate. “Non tutti quelli che intervistiamo a Lampedusa hanno visto qualcuno morire in mare. Ma tutti quelli che hanno attraversato il deserto hanno visto qualcuno morire lungo la strada”, ha dichiarato.

Bram Frouws dell’OIM ha evidenziato che rifugiati e migranti continuano a subire forme estreme di violenza, violazioni dei diritti umani e sfruttamento sia in mare che lungo le rotte terrestri. Le cause di queste tragedie sono molteplici: il peggioramento delle condizioni nei paesi di origine e di transito, nuovi conflitti nella zona del Sahel e in Sudan, gli effetti del cambiamento climatico e l’aumento del razzismo contro i migranti.

Durante il loro transito, i migranti sono spesso costretti a passare attraverso aree controllate da gruppi ribelli, milizie e bande criminali che trafficano esseri umani, rapiscono a scopo di riscatto, sfruttano il lavoro forzato e la prostituzione.

Le rotte del contrabbando si spostano verso aree sempre più remote per evitare conflitti o controlli alle frontiere, esponendo i migranti a ulteriori rischi. “Quando le persone si ammalano o muoiono a causa dell’enorme sforzo durante i lunghi viaggi, vengono semplicemente gettate dai pick-up”, ha spiegato Cochetel.

Frouws ha criticato la “quasi totale impunità” di cui godono le bande criminali e alcuni funzionari statali per le violenze contro i migranti. Ha sottolineato che non basta arrestare singoli autisti di pick-up in Niger, ma è necessario perseguire i responsabili di tutta questa violenza.

Ha inoltre evidenziato la necessità di proteggere meglio le persone lungo le vie di fuga e di affrontare le cause alla radice delle migrazioni, attraverso sforzi di pace, riduzione della povertà e misure per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

La paura della migrazione irregolare spesso impedisce una chiara denuncia e critica di ciò che accade lungo le rotte migratorie. “Questo è assolutamente inaccettabile”, ha concluso Frouws, esortando a non ignorare le atroci condizioni vissute da migranti e rifugiati.

Le organizzazioni chiedono interventi urgenti per migliorare la protezione lungo le vie di fuga. È fondamentale combattere le cause delle migrazioni, tra cui i conflitti, la povertà e il cambiamento climatico, e garantire che le persone in fuga possano ricevere aiuti umanitari adeguati. Solo affrontando questi problemi alla radice sarà possibile ridurre le sofferenze e le morti lungo le pericolose rotte migratorie verso il Mediterraneo.

“Shoes of refugees” by Emmanuel Dauvin is licensed under CC BY 2.0.
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