domenica, Giugno 16, 2024
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La lotta della Colombia contro la povertà minata dalle Farc-Emc

Sotto la cenere cova il fuoco in Colombia. La politica è alle prese con le polemiche sul ministro della Salute, Guillermo Alfonso Jaramillo, che accusa la Fiduprevisora, il soggetto che gestisce fondi di investimento collettivo per diversi settori, di aver fatto fallire il nuovo modello di erogazione dei servizi medici agli insegnanti.

Diversi esponenti politici hanno insistito affinché questa crisi portasse alle dimissioni del Ministro della Sanità. L’opposizione lo accusa di aver messo a rischio la vita di milioni di colombiani “che stanno perdendo la salute a causa di populisti irresponsabili”, secondo la deputata conservatrice Maria Fernanda Cabal, affermando che gli errori del ministro hanno lasciato più di 800 mila persone senza assistenza medica.

Ma a rendere davvero molto tese le giornate del governo di Bogotà è la ripresa delle violenze politiche fin dal marzo scorso, legate alla volontà della fazione Farc-Emc, contraria agli accordi di pace con il governo, di far saltare la trattativa. Un’esplosione a Jamundí, dipartimento di Valle del Cauca, ha ferito sei persone, mentre un attacco ribelle contro una stazione di polizia a Morales ha provocato la morte di almeno due agenti.

Il governo colombiano di Gustavo Petro, una coalizione di sinistra, ha attribuito questi attacchi alle Farc-Emc, un gruppo dissidente delle Farc, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, che nel 2016 ha rifiutato di aderire all’accordo di pace che aveva visto la smobilitazione di oltre 14.000 ribelli.

Da parte sua il presidente Petro deve fronteggiare anche il revanscismo nazionalista dell’ex presidente e leader dell’opposizione conservatrice Alvaro Uribe, che oltre alle critiche a Petro per la gestione dell’ordine pubblico, che ha accusato di essere castro-chavista, sostanzialmente di autoritarismo di estrema sinistra, è arrivato a suggerire alla “Fuerza Publica”, le Forze Militari e la Polizia Nazionale, di disobbedire al Presidente prendendo le armi. “Uribe dovrebbe imparare a parlare di Pace”, ha risposto Petro, ricordando che la Colombia è in guerra da due secoli ed bene che i suoi leader conducano il Paese verso la pace.

La fazione occidentale delle Farc-Emc si era ritirata da un nuovo ciclo di negoziati con il governo lo scorso aprile, organizzando da allora una serie di attacchi contro forze militari e di polizia, tra cui un attentato con bomba su una strada, avvenuto la scorsa settimana, che ha ucciso un bambino di 11 anni.

Elizabeth Dickinson, analista presso l’International Crisis Group, ha dichiarato che gli attacchi di lunedì dimostrano come la fazione occidentale delle Farc-Emc cerchi di affermarsi come “l’unico gruppo armato o criminale in Colombia a colpire direttamente lo stato”. Dickinson ha aggiunto che il fronte occidentale delle Farc-Emc, sotto la guida del comandante Ivan Mordisco, potrebbe finire per separarsi dai gruppi Emc della Colombia orientale, che continuano a partecipare ai colloqui di pace con il governo.

Tre giorni fa il governo della Colombia e i guerriglieri dell’Eln, l’Esercito di Liberazione Nazionale, hanno iniziato l’ottavo round dei colloqui di pace partiti il mese scorso a Caracas. Dopo aver ringraziato il Venezuela per aver ospitato i lavori del Tavolo di dialogo e il Messico per essersi reso garante dei colloqui, la tensione tra l’esecutivo e l’Eln era salita alle stelle dopo che quest’ultimo aveva annunciato la ripresa dei sequestri per autofinanziarsi.

l’Emc, conosciuto anche come “fronte Jaime Martinez”, ha in realtà posto in essere un cessate il fuoco a livello nazionale che però si è interrotto ad aprile nei tre dipartimenti di Cauca, Valle del Cauca e Nariño. Il motivo della rpresa delle ostilità dell’Emc va ricercato proprio nella dissidenza del suo fronte occidentale con la trattativa.

Non è soltanto la gestione dell’ordine pubblico a pesare sulla vita della Colombia, dove la povertà relativa ed estrema colpiscono buona parte della popolazione. Un rapporto dell’Osservatorio Migrazione e Sviluppo dell’Università di Harvard, nel 2021, ha rilevato che la maggior parte delle persone più colpite dalla povertà estrema provengono da una catena di famiglie che non sono riuscite a migliorare la propria situazione economica in almeno tre o quattro generazioni. Lo studio di un ricercatore della London School of Economics, il professor Francisco Ferreira, ha pubblicato un rapporto in cui mostra come le condizioni economiche in Colombia, Guatemala, Brasile, Panama, Cile e Perù abbiano segnato più di una generazione.

CC0 Dominio publico

Problemi strutturali quindi, nonostante la povertà multidimensionale nel Paese, secondo il Dipartimento amministrativo nazionale di statistica, sia scesa al 12,1% nel 2023, con una riduzione di 0,8 punti percentuali rispetto al 12,9% nel 2022. Il numero di colombiani che vivono in questa condizione è diminuito dai 9,1 milioni nel 2018 a 6,2 milioni nel 2023, su una popolazione di oltre 51 milioni di persone. Si è verificata tuttavia una riduzione più piccola rispetto ai progressi degli anni precedenti, compresi quelli pre e post-pandemia.

La cessazione della guerra interna è quindi una condizione necessaria per il governo di Petro non soltanto allo scopo di porre fine alle violenze che attanagliano il paese da decenni, ma per potere avviare uno sviluppo uniforme economico in tutto il paese. Secondo un rapporto stilato dall’Undp, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, nonostante i lievi miglioramenti economici le disparità tra le regioni si sono approfondite. Mentre Bogotá raggiunge livelli simili a quelli di alcuni paesi dell’Est europeo, le regioni di Guainía e Vaupés crollano con cifre che assomigliano a quelle di diverse nazioni africane.

Il rapporto, intitolato Colombia: territori tra fratture e opportunità, evidenzia che il Paese ha compiuto “progressi significativi” sotto gli aspetti economici, sociali, politici e ambientali. La povertà è stata ridotta dal 49% nel 2002 al 36,6% nel 2022, l’aspettativa di vita è passata da 74,5 anni nel 2011 a 75,2 anni nel 2022 e il tasso di istruzione secondaria è cresciuto dall’80,3% nel 2011 all’86,1% nel 2022.

Inoltre, la Colombia è il paese con il minor numero di shock economici nella regione e si distingue nella sua leadership nel promuovere l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Per l’Undp, la nazione sudamericana ha portato “speranza al mondo” con gli accordi di pace del 2016 e la “disponibilità esemplare” ad accogliere i migranti venezuelani.

Gli esperti dell’Anif, l’Associazione Nazionale delle Istituzioni Finanziarie, sostengono che ci sono sfide molto importanti in due settori specifici: istruzione e lavoro. “C’è ancora un’elevata percentuale di famiglie povere che sperimentano notevoli privazioni. Ad esempio, il 71,4% delle famiglie povere ha almeno un membro impiegato in un lavoro informale”, sottolinea l’associazione nel suo ultimo rapporto.

Un punto di partenza per questi analisti potrebbe essere la riforma del lavoro, ma senza dimenticare l’istruzione, perchè il basso rendimento scolastico colpisce il 39,4% delle famiglie e il ritardo scolastico ne colpisce il 24,3%. Ciò significa che una famiglia in povertà su quattro ha figli tra i 7 e i 17 anni con un livello di istruzione inferiore a quello stabilito dalle linee guida del Ministero dell’Istruzione.

A rendere più complicate le cose c’è il divario che persiste tra il settore rurale e le aree urbane, poiché secondo le rilevazioni i servizi di base come sanità, istruzione, alloggio e assistenza all’infanzia sono molto più scarsi nelle campagne che nelle principali città. Le sfide sociali ed economiche che si pongono sulla strada della Colombia sono quindi legate alla necessità di una pace interna che permetta al Paese di riprendere la strada dello sviluppo mantendendo il suo assetto democratico.

Una sfida che il Presidente Petro sta portando avanti camminando su di uno stretto sentiero da dove arrivano gli attacchi sia della destra interna presente in Parlamento che dai geurriglieri delle Farc-Emc.

Onu e Usa di recente hanno apprezzato gli sforzi del governo colombiano per la pace. Néstor Iván Osuna Patiño, ministro della Giustizia colombiano, ha detto che la strategia del governo è “ossigeno-asfissia”: ossigeno per le comunità oppresse dalla criminalità, anche con programmi di trasformazione delle attività dei contadini coinvolti nel narcotraffico in attività lecite, e asfissia per le organizzazioni criminali che non smettono di delinquere.

Gustavo Petro. Presidente della Colombia by Eneas, licensed under CC BY 2.0.
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