venerdì, Maggio 17, 2024
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Caso Hasib, indagati quattro agenti di Polizia

L’inchiesta del pm Stefano Luciani, affiancato dalla squadra mobile di Roma, sta procedendo verso l’accertamento di quanto davvero accaduto ad Hasib Omerovic, 36 anni sordomuto, volato giù dalla finestra il 25 luglio a Roma, nel quartiere Primavalle, mentre la Polizia era presente nella sua abitazione.

Quattro agenti del commissariato Primavalle sono stati iscritti nel registro degli indagati. Anche se si tratta di un atto dovuto le accuse contestate dalla Procura di Roma sono gravissime: tentato omicidio e falso.

Ciò che è stato accertato senza più dubbi è che i quattro poliziotti, tra i quali una donna, non avevano un mandato di perquisizione e quindi si è trattato di una loro iniziativa la cui origine è tutta da chiarire.

L’ipotesi al momento ritenuta più probabile è che la loro presenza in casa Omerovic fosse collegata alle proteste di alcuni residenti del quartiere, che accusano Hasib, come testimonia un post su facebook, rimosso subito dopo il volo dalla finestra, di aver importunato delle ragazze.

E qui spunta l’ipotesi di falso in merito alla relazione di servizio presentata dagli agenti, secondo cui erano andati per identificare il cittadino bosniaco e durante il controllo l’uomo si sarebbe gettato dalla finestra di casa, cadendo nel cortile condominiale.

La relazione di servizio insomma presentò il fatto come un tentato suicidio, motivazione che impedì di formulare da subito delle ipotesi di reato da parte del magistrato. Intanto le prime bugie e omissioni di questa vicenda iniziavano a essere messe in discussione dalla famiglia dell’uomo, rimasto in coma per due giorni al policlinico Gemelli, che aveva presentato una denuncia.

Unica testimone in casa al momento del “volo” dalla finestra, la sorella di Hasib, con un disturbo dell’apprendimento, che ha però raccontato quanto visto ai suoi genitori. Le sue dichiarazioni hanno trovato riscontro in un bastone rotto con cui sarebbe stato picchiato il sordomuto, macchie di sangue sulle lenzuola del letto in camera di Hasib e un termosifone divelto.

L’esatto contrario di quanto descritto dagli agenti, secondo cui tutto si sarebbe svolto regolarmente e senza pressioni sull’uomo. Anzi, affermano i poliziotti, Hasib si sarebbe “lasciato fotografare” senza fare obiezioni.

Perchè avrebbero dovuto fotografare Hasib che aveva nel frattempo consegnato i documenti senza nessuna obiezione o resistenza, secondo le loro stesse parole? I documenti sono stati infatti ritrovati in soggiorno, ordinatamente disposti sul tavolo.

Il magistrato ipotizza che le due settimane trascorse tra il volo dalla finestra di Hasib e la riapertura dell’inchiesta abbia comportato un inquinamento delle prove, in quanto soltanto il 12 agosto scorso la scientifica ha potuto effettuare i suoi rilievi nell’abitazione.

Come i nostri lettori sanno, siamo stati molto prudenti nel presentare la storia di Hasib perchè anche noi che conosciamo bene come avviene la maggior parte delle relazioni di potere verso i soggetti più fragili non vorremmo credere che quattro poliziotti abbiano gettato dalla finestra una persona, otretutto disabile.

Adesso però i nostri dubbi sono anche quelli di chi indaga sull’accaduto. Sta di fatto che per una presunta identificazione si sono presentati a casa di Hasib 4 poliziotti, quindi almeno due volanti, senza alcuna indicazione centrale e d’iniziativa dei poliziotti.

Una procedura a dir poco anomala. La famiglia Omerovich, di etnia Rom, ha già subito numerose minacce in passato per l’assegnazione assolutamente regolare della casa popolare in cui vivono. Il razzismo nel quartiere è alto. Chi descrive Hasib come una specie di mostro è contraddetto da chi ne parla come auna persona solare.

Resta il fatto che gli Omerovich sono stati costretti a lasciare l’abitazione per evitare i vicini e hanno fatto richiesta al Comune di Roma per un’altra abitazione. Intanto Hasib ha subito tre interventi chirurgici e anche se non più in pericolo di vita le sue condizioni secondo i sanitari sono “complesse”.

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