mercoledì, Maggio 15, 2024
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Dove è finito Daouda?

Ad Acate, provincia di Ragusa, centinaia di lavoratori non solo migranti, prevalentemente agricoli, hanno manifestato chiedendo “Dove è finito Daouda?”. una manifestazione promossa dall’Usb di Ragusa, Catania e Palermo, il sindaco di Acate Giovanni di Natale, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Assenti Cgil, Cisl e Uil.

Daouda Diene, 37 anni, di origine ivoriana, lavorava come mediatore in un centro di accoglienza straordinaria e, occasionalmente, come operaio edile. Viene visto per l’ultima volta al lavoro la mattina del 2 luglio. Nel pomeriggio, dopo aver inviato al fratello l’ultimo video girato in cantiere con lo smartphone, è scomparso.

I suoi compagni di lavoro sanno che lavorava lì e i suoi coinquilini, quelli con cui divideva la stanza dove dormiva, da lì non lo hanno più visto tornare. Non sanno che fine abbia fatto. Sanno solo che Daouda aveva in programma di tornare a salutare la sua famiglia in Costa d’Avorio il 22 luglio e quindi sono molto preoccupati.

Perché il sospetto, forte, è che Daouda sia stato ammazzato. Nella sua stanza sono stati ritrovati i documenti e gli abiti, niente che lasci pensare a un’improvvisa “fuga”. Anzi, pochi giorni prima di sparire Daouda aveva girato un video, mandato al fratello, in cui denunciava la pericolosità delle condizioni di lavoro nel cantiere in cui era senza contratto.

Secondo alcuni sindacalisti potrebbe aver subito un infortunio proprio nell’azienda che non lo aveva contrattualizzato. La soluzione più semplice sarebbe stata quella di far sparire il corpo. La manifestazione è arrivata fino al cantiere della SGV calcestruzzi srl. A gestirla sarebbe Giovanni Longo, processato e assolto nel 2017 per la morte di Giuseppe Città, un operaio morto sempre in un cantiere nell’area di Acate.

Accanto ai sindacalisti anche la comunità sub-sahariana di Acate, centinaia di persone che vivono nello sfruttamento della loro mano d’opera soprattutto in campo ortofrutticolo. Lavoro nero e grigio, cioè contratti su cui è scritto qualcosa di diverso dal lavoro svolto effettivamente, per quella forza lavoro essenziale alla vita economica dell’intera area.

Chi protesta rischia grosso. L’assenza di contratto cancella i diritti elementari e minimi, cioè il diritto alla vita, il diritto alla giustizia. Se non esisti legalmente puoi sparire come se non fossi mai esistito in vita. Condizioni di lavoro, senza contratto e senza nessuna protezione infortunistica per lavori rischiosi, nell’Italia che reclama un posto tra le potenze industriali del mondo.

Daouda Diene
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