venerdì, Maggio 17, 2024
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La salute è un privilegio. 4,2 milioni di famiglie rinunciano alle cure

Ottenere cure mediche è diventato un vero e proprio privilegio in un contesto in cui prenotare visite mediche o esami si rivela spesso una vera sfida. Di fronte alla prospettiva di attese interminabili, molti sono costretti a pagare di tasca propria, lasciando indietro chi non ha le risorse economiche necessarie.

Secondo l’ultimo studio della Fondazione Gimbe, nel 2022 ben 4,2 milioni di nuclei familiari hanno dovuto ridurre le proprie spese mediche e oltre 1,9 milioni di persone hanno dovuto rinunciare alle cure per ragioni finanziarie, dipingendo un quadro preoccupante della situazione sanitaria, soprattutto nel Sud Italia.

Le proiezioni future non promettono nulla di buono. Nino Cartabellotta, a capo della Fondazione Gimbe, prevede un peggioramento della situazione con un incremento delle persone che rinunceranno alle cure mediche a causa dell’aumento della povertà, aggravando ulteriormente le condizioni di salute e riducendo l’aspettativa di vita degli individui più vulnerabili.

L’onere economico delle spese mediche continua a crescere. Nel 2022, le famiglie italiane hanno speso in media 1.362 euro per le cure mediche, segnando un aumento rispetto all’anno precedente. La spesa sanitaria totale del Paese ha toccato i 171.867 milioni di euro, con una significativa porzione sostenuta direttamente dai cittadini.

Di Albertomos – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=47729950

Il Presidente della Fondazione Gimbe evidenzia come quasi l’89% della spesa privata gravi sulle famiglie, con una tendenza all’aumento della spesa out-of-pocket negli ultimi dieci anni. Ciò solleva preoccupazioni sulla sostenibilità di questo modello e sull’equità dell’accesso alle cure.

L’analisi regionale mostra una grande varietà nella spesa sanitaria delle famiglie, influenzata da fattori come la qualità dei servizi sanitari pubblici e la capacità di spesa dei cittadini. Alcune regioni ricche mostrano le spese sanitarie più alte, mentre in altre, come la Calabria e le Marche, la spesa rimane al di sotto dei 1.000 euro annui.

Le statistiche rivelano che un significativo numero di famiglie limita le proprie spese mediche, soprattutto nel Mezzogiorno, dove la percentuale supera la media nazionale. Questa tendenza contribuisce a contenere la spesa out-of-pocket ma evidenzia un problema più ampio di accessibilità alle cure.

La Fondazione Gimbe segnala anche un incremento delle persone che rinunciano alle cure mediche, un fenomeno ancora più marcato nel 2022 rispetto al periodo pre-pandemico. Ciò riguarda principalmente coloro che non possono permettersi le spese mediche o che si scontrano con difficoltà di accesso ai servizi sanitari.

L’aumento della povertà assoluta tra le famiglie italiane aggrava la situazione, richiedendo politiche urgenti per contrastare la povertà e garantire l’accesso equo alle cure sanitarie. La situazione nel Mezzogiorno è particolarmente critica, dove le carenze nel fornire i Livelli Essenziali di Assistenza accentuano le diseguaglianze nell’accesso alle cure.

Cartabellotta sottolinea l’importanza di affrontare queste diseguaglianze per proteggere la salute e il benessere dei cittadini più vulnerabili, specialmente nelle regioni meridionali.

Foto: Dipartimento Protezione Civile
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